Tagrisso, il cui principio attivo è Osimertinib, è un medicinale antitumorale usato per il trattamento del carcinoma polmonare non-a-piccole cellule ( NSCLC ). È utilizzato nei pazienti in cui le cellule tumorali presentano determinate mutazioni nel gene che codifica per una proteina denominata EGFR.
Tagrisso trova impiego in monoterapia:
- nei pazienti in cui le cellule tumorali hanno mutazioni Ex19del o L858R e il cancro non si è diffuso ad altri organi ed è stato completamente rimosso mediante intervento chirurgico; il medicinale è quindi somministrato per contribuire a prevenire le recidive ( terapia adiuvante );
- nei pazienti in cui le cellule tumorali presentano mutazioni Ex19del o L858R, il cancro è localmente avanzato e non può essere rimosso con un intervento chirurgico e la malattia non è peggiorata durante o dopo il trattamento con chemioterapia a base di Platino e radioterapia;
- nei pazienti in cui le cellule tumorali presentano mutazioni note come mutazioni attivanti e il cancro è in stadio avanzato o si è diffuso; Tagrisso è quindi somministrato come trattamento di prima linea;
- nei pazienti in cui le cellule tumorali presentano mutazioni T790M e il cancro è localmente avanzato o metastatico.
Tagrisso può essere usato anche in associazione con Pemetrexed e chemioterapia a base di Platino
come trattamento di prima linea in adulti con carcinoma polmonare non-a-piccole cellule in stadio avanzato con mutazioni Ex19del o L858R.
Prima di iniziare il trattamento con Tagrisso, deve essere effettuato un test genetico per confermare che il paziente ha una mutazione di EGFR.
Tagrisso è disponibile in compresse da assumere una volta al giorno fintanto che la malattia migliora o rimane stabile, o non si ripresenta dopo l’intervento chirurgico, e fintanto che gli effetti indesiderati sono tollerabili. Se si verificano determinati effetti indesiderati, è possibile ridurre la dose oppure interrompere o sospendere definitivamente il trattamento.
Il principio attivo di Tagrisso, Osimertinib, è un tipo di medicinale antitumorale denominato inibitore della tirosin-chinasi e blocca l’attività di EGFR che, normalmente, regola la crescita e la divisione delle cellule. Nel carcinoma polmonare EGFR è spesso eccessivamente attivo e causa una crescita incontrollata delle cellule tumorali. Bloccando EGFR, Osimertinib contribuisce a ridurre la crescita e la diffusione del cancro.
Gli studi condotti su pazienti con carcinoma al polmone non-a-piccole cellule hanno riscontrato che Tagrisso in monoterapia è efficace nel ridurre i tumori e nel rallentare il peggioramento tumorale.
Uno studio ha inoltre concluso che è efficace nel contribuire a prevenire le recidive nei pazienti sottoposti a un intervento chirurgico per rimuovere completamente il cancro.
In due studi su 411 pazienti con mutazione T790M precedentemente sottoposti a trattamento, il tasso di risposta complessivo con Tagrisso è stato del 66% e la risposta è durata in media 12,5 mesi. In questi studi Tagrisso non è stato confrontato con altri trattamenti.
Un terzo studio su 419 pazienti con mutazione T790M precedentemente sottoposti a trattamento ha
esaminato principalmente l’efficacia di Tagrisso nella prevenzione del peggioramento del cancro,
confrontandolo con chemioterapia a base di Platino. Nei pazienti che hanno assunto Tagrisso, il cancro non è peggiorato per circa 10,1 mesi, a fronte di 4,4 mesi nei pazienti in chemioterapia.
In un quarto studio su 556 pazienti con mutazioni attivanti, i pazienti che hanno assunto Tagrisso
come trattamento di prima linea sono sopravvissuti per 18,9 mesi senza peggioramento della malattia, a fronte di 10,2 mesi nei pazienti trattati con altri medicinali ( Erlotinib o Gefitinib ).
In un quinto studio su 216 pazienti trattati in precedenza con cancro al polmone non-a-piccole cellule localmente avanzato con mutazioni Ex19del o L858R, i pazienti trattati con Tagrisso sono sopravvissuti per 39,1 mesi senza peggioramento della malattia, rispetto a 5,6 mesi nei pazienti trattati con placebo.
Infine, in uno studio su 682 pazienti con mutazioni Ex19del o L858R sottoposti a intervento chirurgico per la rimozione completa del tumore, l’89% ( 302 su 339 ) dei pazienti trattati con Tagrisso era ancora vivo e libero da malattia dopo almeno un anno di trattamento, rispetto al 54% ( 184 su 343 ) dei pazienti trattati con placebo.
Un altro studio ha esaminato l’uso di Tagrisso come trattamento di prima linea in 557 pazienti con
tumore polmonare non-a-piccole cellule in stadio avanzato con mutazioni Ex19del o L858R. Lo studio ha mostrato che i pazienti trattati con Tagrisso in associazione con Pemetrexed e chemioterapia a base di Platino sono sopravvissuti in media 25,5 mesi senza peggioramento della malattia, rispetto a 16,7 mesi nei pazienti trattati con Tagrisso in monoterapia.
Gli effetti indesiderati più comuni di Tagrisso in monoterapia ( che possono riguardare più di 1 persona su 5 ) comprendono: diarrea, eruzione cutanea, paronichia ( infezione del letto ungueale ), cute secca e stomatite ( infiammazione della mucosa della bocca ).
Tagrisso non deve essere somministrato in associazione a erba di S. Giovanni ( un preparato vegetale usato per il trattamento della depressione ).
Gli studi hanno dimostrato che Tagrisso, sia in monoterapia sia in associazione con altri medicinali
antitumorali, è efficace nel ridurre i tumori e nel rallentare il peggioramento del cancro nei pazienti con carcinoma al polmone non-a-piccole cellule, in cui i tumori presentano mutazioni d EGFR. Il medicinale è inoltre efficace nel prevenire il ripresentarsi del carcinoma polmonare nei pazienti in cui i tumori presentano mutazioni di EGFR e che sono stati sottoposti a intervento chirurgico per la rimozione completa del cancro. Per quanto riguarda la sicurezza, gli effetti indesiderati di Tagrisso usato in monoterapia sono simili a quelli osservati con altri medicinali della stessa classe e sono considerati accettabili. Pertanto, l’Agenzia europea per i medicinali, EMA, ha deciso che i benefici di Tagrisso sono superiori ai rischi. ( Xagena2024 )
Fonte: EMA, 2024
XagenaMedicina_2024